sabato 19 novembre 2022
AUTO STORICHE: 11 BUONI MOTIVI PER FARNE A MENO Autore: Michele Di Mauro · Credits Ph: Michele Di Mauro
AUTO STORICHE: 11 BUONI MOTIVI PER FARNE A MENO
Autore: Michele Di Mauro · Credits Ph: Michele Di Mauro
C’è un bell’articolo apparso originariamente sulla rivista americana Grassroots Motorsports nell’ormai lontano ottobre 2012 che, grazie alle misteriose alchimie del web, di tanto in tanto torna alla ribalta in riedizioni più o meno fantasiose. Abbiamo deciso di tradurlo liberamente per il piacere di rileggerlo, adattando alcuni passaggi ai 10 anni che sono trascorsi da quando è stato scritto per la prima volta.
La spiegazione di tanta longevità? Semplicemente, il tema ha colto nel segno. Infatti, col consueto pragmatismo in uso oltreoceano, fornisce ai neofiti un elenco di ben 11 punti per evitare di andare a complicarsi la vita cedendo al fascino (e acquistando) un’auto classica. Salvo, per ogni punto, spiegare quali sono le soluzioni più comuni per ovviare alle relative seccature. E capire perché, alla fine, più andiamo avanti e più guardiamo indietro.
Intanto, ci si domanda, se uno cresce a suon di piccole e pepate giapponesine a trazione anteriore, Mustang a otto cilindri e Subaru Turbo, non si capisce perché ad un certo punto debba essere improvvisamente attratto da macchine di un’altra epoca, in cui si andava in giro tra inutili e pesanti paraurti cromati, pneumatici a tele diagonali, sistemi di accensione arcaici e dispositivi diabolici e ingovernabili come i carburatori.
Perché scambiare affidabilità, comfort e persino prestazioni per qualcosa che richiede un’attenzione costante, nel migliore dei casi è più lento di un moderno minivan da casalinga e che rilascia olio e ruggine a ogni parcheggio? Detta così, in effetti ha poco senso.
Eppure in tanti scelgono di tornare indietro, e il motivo è presto detto: le classiche sono fantastiche. Possono rendere ogni viaggio un’avventura memorabile, che si tratti di un lungo tour all’estero o di guidare fino al negozio all’angolo.
Quindi, se stai pensando di scambiare la tua nuova spider con una MGB o la tua Toyota ibrida con una Innocenti o una Triumph, tieni presente che le auto più vecchie hanno le loro idiosincrasie. Ma se i nostri papà e i nostri nonni riuscivano a gestirle senza forum, senza internet e smartphone, di sicuro puoi riuscirci anche tu. Ma ora passiamo all’elenco!
11 buoni motivi per non comprare una classica
1 – I serbatoi arrugginiti
Una delle principali cause dei problemi a motori e carburazione, sulle vecchie auto, viene dall’esterno: dopo 40 o 50 anni di attività ininterrotta, non sorprenderti di trovare ruggine o sporco nel serbatoio. Porcherie che, irrimediabilmente, finiranno risucchiate dal motore, facendo casini.
La soluzione di oggi:
Se in passato la soluzione era la pulizia, seguita dall’uso di nuovi rivestimenti liquidi e sigillanti, oggi i combustibili a base di etanolo dissolvono progressivamente le impurità. In alternativa, ha più senso acquistare un nuovo serbatoio ricostruito, spesso a prezzi anche molto accessibili.
2 – L’accensione a puntine
Non solo le auto moderne non hanno più le puntine, ma ormai sono spariti pure gli spinterogeni.
Nelle classiche invece l’accensione è affidata alle puntine, piccoli dispositivi a molla che si trovano all’interno dello spinterogeno. Componenti capricciose che nel tempo si sporcano, si deteriorano, subiscono l’usura di altre parti comunicanti, si stancano o semplicemente decidono di prendersela col mondo.
La soluzione di oggi:
Le accensioni elettroniche tipo PerTronix o similari sono diventate parte della procedura operativa standard per tenere regolarmente in funzione le auto più vecchie. Ne esistono più di 300 tipi differenti e l’installazione è semplice e rapida.
In alcuni casi può valere la pena acquistare direttamente uno spinterogeno aftermarket totalmente nuovo o far ricostruire completamente l’unità originale da uno specialista. Intanto che ci pensi, tieni nel bagagliaio uno spinterogeno di scorta, anche usato. Può evitarti di rimanere a piedi.
3 – La corrente
Servofreni, servosterzo, sedili elettrici, specchietti elettrici, antenne elettriche dispositivi elettrici vari sono, per la maggior parte, cose che scarseggiano sulle classiche. Se sei abituato al confort, avrai difficoltà a trovare anche l’aria condizionata e l’ABS perché una volta, semplicemente, non esistevano.
La soluzione di oggi:
La buona notizia è che c’è meno roba da rompere e c’è più spazio nel vano motore. Altre buone notizie: la mancanza di questo equipaggiamento extra ti permetterà di sentirti più connesso all’esperienza di guida. La cattiva notizia (ma non è detto…): probabilmente tua moglie preferirà seguirti a bordo della sua nuova 500 ibrida.
4 – Le regolazioni
Le auto moderne dispongono di computer e sensori che controllano costantemente la qualità della combustione e regolano anticipo, fasatura delle valvole e pressione del carburante, se necessario. Le storiche, invece, semplicemente, si affidano ai conducenti. Che devono saper ascoltare il motore, “leggere le candele” e usare testa e mani per regolare l’erogazione del carburante e l’accensione.
La soluzione di oggi:
Onestamente, se il carburatore e lo spinterogeno sono in buone condizioni, un’auto non dovrebbe aver bisogno di attenzioni più di una volta ogni tanto, in base al chilometraggio o ai cambi di stagione. Tuttavia, se l’auto ha un uso limitato, con conseguente ristagno di carburante, rischio di corrosione e blocco dei freni, potrebbe essere necessaria una messa a punto più frequente. Una buona cura preventiva è semplicemente usarle con regolarità.
5 – Carburatori e anticipo
Se gli spinterogeni sono già abbastanza fastidiosi, a metterci il carico ci pensano i carburatori. Diffusi sulla maggior parte delle automobili costruite fino agli anni 80, possono essere singoli o, in alcuni casi, multicorpo. Da noi i più diffusi sono i Weber e i Solex, in UK e Giappone SU e Stromberg, negli Stati Uniti Holley o Carter. Spesso, per la procedura di avviamento a freddo, va azionato un comando manuale. Anche se tra alcuni di essi cambia la filosofia di funzionamento, come tutti i dispositivi meccanici i carburatori si usurano con l’uso.
La soluzione di oggi:
Problemi semplici: pulizia e regolazione. Se hai predisposizione, puoi farti insegnare da un meccanico della vecchia guardia e imparare a sbrigare da te le operazioni di base.
Problemi seri: fai revisionare da uno specialista o cambia direttamente le unità, che possono essere anche molto costose. Gli specialisti del carburatore sono merce sempre più rara. Lo sanno, e si fanno pagare di conseguenza.
6 – Perdono olio
Se oggi parcheggi la tua nuova ibrida nel vialetto di casa di amici, domani nessuno saprà che eri lì. Se vai a trovarlo guidando la tua classica, quasi sicuramente lascerai il segno. E non è detto che a lui faccia piacere.
La soluzione di oggi:
Le auto storiche “perdono”, è un dato di fatto. Alcune lo fanno già nel salone del rivenditore. Certo, se la cosa diventa preoccupante, puoi cercare di provvedere con nuove guarnizioni. Ma non le azzererai mai del tutto, mettici una croce sopra. Sono fatte così, prendere o lasciare.
7 – Altri gusti in fatto di olii
Per migliorare le emissioni, la maggior parte degli olii oggi disponibili in commercio ha abbassato i livelli di diversi minerali in essi contenuti, zinco su tutti.
Il risultato è una incompatibilità coi motori delle auto più vecchie, che, tra l’altro, richiedevano formulazioni più dense rispetto ai lubrificanti moderni.
La soluzione di oggi:
Fortunatamente diversi marchi si sono specializzati nella produzione di olii lubrificanti ad alto contenuto di zinco. Basta scegliere un prodotto di qualità, senza drammatizzare troppo sul prezzo.
8 – Pneumatici da caccia al tesoro
Le gomme di una volta sono più piccole e “cicciotte” e, soprattutto se di tipo sportivo, sono sempre più difficili da trovare.
La soluzione di oggi:
Diverse aziende hanno creato delle linee “classic” per le quali riproducono trame, misure e modelli del passato, ma con la sicurezza dei prodotti moderni. Si trovano online o presso gli specialisti.
9 – Qualcun altro le ha già “riparate”
Se hai letto fino a qui, hai capito che un’auto classica mediamente ha il cofano aperto molto più spesso di un’auto moderna. E ci sono buone possibilità che qualcuno abbia fatto riparazioni prima di te. Magari usando silicone, carta di giornale, stucco per muri e filo da pesca.
La soluzione di oggi:
Queste riparazioni di ieri sono diventate il tuo problema di oggi. Perché non solo devi rimuovere la “riparazione” ma, una volta fatto, dovrai comunque risolvere il problema originale. Sembra frustrante, ma è parte del divertimento, quindi abituati e prendila con filosofia. E magari qualche weekend libero. Iscriviti a un club, fai nuove amicizie e scopri di più su come convivere in maniera pacifica con una classica e la sua manutenzione.
10 – Arrugginiscono
Abbiamo parlato dei serbatoi arrugginiti ma… sorpresa! Le auto possono arrugginire anche in altri posti. E tanto.
Perché? Anzitutto, semplicemente, perché sono vecchie. E poi perché, da nuove, non sono state trattate con tutti gli inibitori della ruggine con cui sono state benedette le auto più recenti. Grazie ai progressi della tecnologia, le auto nuove non vedono ruggine prima di un decennio o più. Le auto più vecchie resistevano a malapena fino al terzo o quarto anno.
La soluzione di oggi:
La soluzione corretta di solito prevede la saldatura di lamiere in sostituzione di quelle non recuperabili e una nuova mano di vernice. Fortunatamente, esiste un ampio mercato dei ricambi che supporta questo tipo di riparazioni. Il costo della riparazione però potrebbe benissimo superare il valore dell’auto e non tutte le riproduzioni moderne sono precise: alcune sono eccellenti, altre ti costringeranno a giocherellare un po’ prima di calzare a dovere. Cercati un bravo carrozziere che abbia almeno quarant’anni e un po’ di tempo da dedicarti.
11 – Attirano l’attenzione e i chiacchieroni
Ecco, per ultima, la seccatura più grande: quando parcheggi la tua Civic o la tua Focus al supermercato, è solo un’altra scatola in un campo di centinaia di scatole, tutte uguali. Ma quando nello stesso punto parcheggi la tua classica, oltre a lasciare la pozza d’olio di cui sopra, succederà che le persone ti guarderanno e probabilmente, che tu ne abbia voglia o meno, anche se non le conosci, ti parleranno. Tanto. Troppo.
Si sentiranno in dovere di farsi i fatti tuoi, ti chiederanno di che anno è, da quanto tempo la possiedi e dove acquisti i ricambi. Poi ti diranno che ne avevano una simile, o che un loro zio stravagante ne aveva una e che gliel’ha fatta guidare quando ancora non avevano la patente (ma solo una volta, eh!), o che, a bordo di una così, sono tornati a casa dall’ospedale quando sono nati.
La soluzione di oggi:
Ah, questa è facile: non c’è. Avere un’auto classica vuol dire sentirsi legati molto più alle interazioni che non alle prestazioni. Se vuoi solo andare veloce, fare quello che devi in maniera rapida e pulita, allora forse è meglio tenere l’auto moderna ancora per un po’. Se invece vuoi aggiungere qualcosa in più alle tue giornate, sporcarti le mani e goderti l’esperienza totale, allora probabilmente sei pronto per passare a una classica.
Se davvero hai letto tutte le 11 voci in elenco e, invece di sbuffare e chiudere, hai tirato fino alla fine, ti sei meritato il contenuto bonus: una mini guida per approcciarti al tuo prossimo acquisto (clicca per leggerla). Ti sembrerà strano vendere un’auto che ha 5 o 6 anni per comprarne una che ne ha 10 volte tanto, ma tranquillo, ci si abitua. Buon divertimento!
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