2010 CITROEN NEL CUORE

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mercoledì 30 gennaio 2013

Auto di ieri nel mito di oggi

Auto di ieri nel mito di oggi Ci siamo dunque. Il previsto e temuto “boom” della vettura d’epoca è ormai in atto e la febbre revivalista sta toccando livelli mai raggiunti prima. Il contagio è dilagante e si diffonde di pari passo con l’incompetenza e il pressapochismo dei più. L’auto storica come fenomeno da baraccone, come attrazione che accende d’interesse e salva dal fallimento anche la più povera sagra paesana. E l’appassionato è ridotto a semplice strumento usato per muovere un oggetto ormai sfruttato per scopi che non favoriscono certo l’aspetto culturale. E’ vero che le manifestazioni serie” e importanti sono sempre più numerose, ma è anche vero che il sottobosco di mostre, gare, sfilate,concorsi,raduni,incontri,rievocazioni,giri itineranti,trofei,e chi più ne ha più ne metta,sta crescendo a dismisura. Se da un lato è giusto offrire agli appassionati, in continuo aumento, sane occasioni di ritrovo, dall’altro ci vuole un po’ di attenzione per non cadere negli eccessi. Vada per la passeggiata eno-gastronomica, ma non si spacci per raduno di auto storiche una manifestazione cui sono iscritte auto che d’epoca hanno ben poco o che comunque sono di scarso valore storico. D’accordo che non tutti può permettersi la Ferrari d’annata, ma almeno che, se l’auto non è di grande interesse, si tengano in maggior conto la bontà del restauro (non conservativo mi raccomando) e l’integrità dell’auto. Non si possono più tollerare auto scassate e arrugginite, fumanti, ”perché tanto fanno molto epoca”,o vecchie spider con la capote a pezzi e i sedili recuperati da una qualsiasi auto trovata dal rottamaio. Non vogliamo certo negare il diritto alle amministrazioni comunali o a certe associazioni di organizzare ad esempio raduni di auto d’epoca, ma ci piacerebbe esigere maggiore serietà e competenza da parte di chi ne sono responsabili. Non è poi così difficile dare un’impronta più culturale a tali occasioni d’incontro, anche se di poche pretese. In fondo il pubblico, e gli stessi partecipanti, hanno ben il diritto, di non essere presi in giro. Un minimo di professionalità alla lunga darà i suoi frutti, e la sempre valida legge della selezione naturale seguirà il suo corso incurante di tendenze o imposizioni. Un aspetto notevole della proliferazione di manifestazioni di settore è quello della loro concomitanza che spesso costringe gli appassionati e delle scelte difficili. Ma non solo, anche gli addetti ai lavori spesso si trovano in difficoltà per sovrabbondanza di avvenimenti, e devono loro malgrado operare una selezione. Sarebbe auspicabile una maggiore collaborazione tra gli enti e le associazioni organizzatrici allo scopo di programmare dei calendari e quindi evitare inutili sovrapposizioni o doppioni e consentendo un migliore utilizzo delle risorse sia di partecipanti sia di pubblico. Anche se la cosa può sembrare utopistica, tale tipo di coordinamento diventerà presto un’esigenza irrinunciabile, pena un consistente calo dell’interesse e delle presenze.

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