giovedì 17 gennaio 2013
Il Valore non ha tempo
Oggi giorno il furto di un’auto non fa più notizia; l’unico a interessarsene è, poverino, la vittima del furto. Negli ultimi anni vi è stato in Italia, ma anche all’estero, un’escalation molto evidente di furti di vetture d’epoca, basta sfogliare le varie riviste specializzate del settore per rendersene conto. Fin qui nulla di strano se non fosse per la particolarità modo con cui la maggior parte dei furti avviene, tanto da far pensare all’esistenza di un committente. Spesso la macchina è rubata mentre si trova nel garage di un meccanico o di un carrozziere, o di un restauratore improvvisato, e proprio quando sta per essere ultimato il restauro. Mica stupidi i ladri. Prima attendono con pazienza, per mesi, che la macchina sia quasi finita e poi al momento giusto, entrano in azione. Oltre al danno la beffa. E’ fuori dubbio che tali furti nascono da una premeditazione e sono portati a termine da professionisti del crimine, ma è ugualmente evidente che la probabilità che si tratta di furti su commissione è molto alta, anche perché i modelli rubati sempre un gran valore economico di mercato. Chissà che via prenderanno; finiranno in Medio Oriente, rivenduti a qualche ricco petroliere o andranno all’asta in Francia, Inghilterra? Poiché si tratta di auto particolari, forse l’ipotesi più plausibile è che le auto sono riciclate da qualche trafficante senza scrupoli che, dopo averne cambiato il colore e punzonato qua e il telaio le trasforma in auto del tutto rispettabili che valgono tantissimo, nel caso del nostro marchio preferito cioè la Citroen, la trasformazione riguarda il modello DS Cabriolet. In fondo quanti sono i collezionisti in grado di controllare la bontà di un numero di telaio, del motore? O che solo si premurano di controllare se quel numero appartenga a una vettura rubata? La follia collettiva che ha investito il settore impedisce la benché minima forma di razionalità da parte di chi acquista. Ed è proprio approfittando di questa non curanza che i professionisti del furto e della contraffazione possono crearsi un mercato per la loro merce, perché, si sa, se non ci fosse domanda, l’offerta crollerebbe. Come fare per arginare questo fenomeno? Si potrebbe consigliare chi ha in carico queste vetture per restaurarle di munirsi di qualche accorgimento atto a scoraggiare i malviventi. Un’auto storica in officina attira sempre troppi sguardi e non tutti disinteressati; vale troppo sia per un fatto di passione sia per il suo valore sul mercato, dunque bisogna difenderla con sistemi d’allarme, porte blindate. Ma si può fare anche qualcosa a valle del fenomeno,chi vuole acquistare un auto storica si rivolga a professionisti affidabili e di provata serietà (non commercianti di altri generi es.cera)o comunque non si lasci attirare dal facile affare o dalla smania di comprare(è,perché no anche di vendere).Solo così si eviteranno in seguito brutte sorprese. E chi si trovassero di fronte a qualche caso sospetto non esiti a segnalarlo; far finta di nulla purtroppo è come essere complici e poi, non si deve dimenticare che la prossima vittima potrebbe essere lui. Fin qui abbiamo parlato di furti su commissione. Ma la preoccupazione più grande ,perché sia tangibile,è verso un altro tipo di fenomeno contro il quale è necessario mettere in guardia gli appassionati. Durante una gara o un raduno, le vetture poi sono sistemate nei parchi chiusi ovvero parcheggi all’aperto. Sono pochi gli organizzatori che predispongono un sistema di sorveglianza con guardie giurate, durante la notte. Niente di più semplice di un professionista del crimine durante la notte può portare via qualsiasi tipo di auto tranquillamente. Insomma un vero supermarket di auto storiche, dove alla cassa non si paga. Voi che cosa ne pensate?
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