
Una visione asciuttamente funzionale dell’automobilismo storico analizzato nella sua forma, una visione di tal fatta, dicevo, potrebbe descrivere questo nostro mondo come un piccolo ma comunque profittevole comparto economico, con i suoi clienti e i suoi fornitori. Il mondo dell’automobilismo storico dunque si può dividere in quattro parti: i collezionisti (chi possiede un veicolo storico), i simpatizzanti (chi non pratica ma che sono appassionati dell’argomento), i protagonisti (ex piloti, costruttori, carrozzieri, gente insomma che la storia l’ha fatta sul serio) e gli operatori (coloro che a vario titolo, circa remunerativo, operano nel settore, ad esempio commercianti “seri non improvvisati”, restauratori (non Finti), meccanici, organizzatori, cronometristi, storici. Sé prendiamo le prime due categorie e mettiamole in un gruppo che definiamo clienti, poi le seconde due e mettiamole in un gruppo che definiamo fornitori, ed ecco pronto il modello. I clienti sono coloro che acquistano un prodotto, un veicolo o una sua parte, un libro, una rivista, o usufruiscono di un servizio,partecipano ad una manifestazione,visitano un museo,guardano un servizio televisivo del settore(Nuvolari). I fornitori sono chi vende un prodotto o erogano un servizio (a titolo gratuito?) o infine costituiscono delle fonti primarie (caso tipico le loro dirette testimonianze). Resta sottinteso che la materia principale del modello, che è poi l’oggetto-soggetto del settore, è l’automobile, intesa come veicolo meccanico. Il fenomeno dell’automobilismo storico potrebbe dunque essere descritto come una complessa interazione (anche e sopratutto economica) tra i due gruppi di soggetti individuati. Complessa e imprecisa, perché ognuna delle quattro categorie può assumere contemporaneamente i connotati di una o più delle altre. Ad esempio vi sono ex piloti che collezionano auto, commercianti che sono anche davvero appassionati, restauratori che tanti anni fa erano dei protagonisti, collezionisti che organizzano e organizzatori che collezionano, e cosi via un continuo scambio di ruoli di cui sarebbe difficile anche se impossibile tenere conto nel nostro modello. Ma crediamo davvero che una visione di questo tipo possa fotografare una realtà complessa come l’automobilismo storico?La convenienza economica deve per forza essere l’unico parametro su cui tarare la vita di un paese? Voi che cosa ne pensate in proposito?
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